Il Museo Egizio
Più che dal Mondo forse questa Pillola l’avrei dovuta intitolare “da casa” essendo io di Torino ed essendo il Museo Egizio a pochi km da me. Ma il viaggio che questo luogo ti permette di fare al suo interno… È qualcosa di fantastico!
Breve storia del Museo Egizio
Lo sapevate che quello di Torino è il più antico Museo Egizio ed è il secondo più grande del mondo? E perché proprio qui? Eh perché i Savoia di soldini ne avevano tanti tanti, e quindi, dopo aver fatto un po’ di shopping tra i ritrovamenti egizi, Re Carlo di Savoia fondò il Museo nel 1824.
Quattro piani di storia, a partire dall’Antico Regno fino a giungere al periodo più vicino a noi. E se volete un consiglio, acquistate il biglietto con la visita guidata dall’egittologo: ci sono troppe meraviglie lì dentro, rischiereste di perdervi con la sola audio guida. La visita inizia al secondo piano in cui, dopo l’analisi sulla mummia più antica del museo, si passa all’esposizione della mummificazione: oggetti, significato, fasi e leggende.
La mummificazione egizia
La mummificazione era un rituale molto importante per gli egizi: permetteva di conservare il corpo nell’aldilà e di portar con sé una serie di oggetti, tra cui anche il cibo. Il corpo veniva svuotato dagli organi ma il cuore, dopo esser stato lavato, veniva ricoperto di bende e rimesso al suo posto. E sapete perché? La leggenda dice, e credo dica ancora, che il dio Anubi accompagna i morti al cospetto di Osiride, ovvero dove il loro cuore viene pesato. Se pesava meno della piuma posta sull’altro lato della bilancia, l’anima poteva passare oltre. Altrimenti no, il defunto viene divorato dalla Dea Ammit.
Ma tornando al processo, dopo lo svuotamento del corpo, esso veniva messo 70 giorni sotto sale e poi ricoperto da bende di lino. Ovviamente tutto ciò aveva un costo molto alto quindi non tutti se lo potevano permettere. Meno soldi, meno procedure, funzionava così. E il tour, dopo la spiegazione iniziale, procede con la visita di ciò che era contenuto all’interno delle prime tombe egizie: quella di Iti risalente all’Antico regno e quella di Ini facente parte del Medio Periodo. In quella di Iti ciò che lui voleva portare nell’aldilà era dipinto sui muri, vi faccio alcuni esempi: il grano, i lavoratori che avrebbero dovuto occuparsi di lui e della sua consorte e i muli per il trasporto. E in quella di Iti? Prima di tutto si va giù di un piano, il tempo egizio va avanti ma al Museo si scende. E infatti nella tomba di Iti, già più evoluta, non sono state trovate scene dipinte, ma direttamente oggetti, con il medesimo significato.
Deir El Medina all’interno del Museo Egizio
Deir El medina era un villaggio vicino alla Valle dei Re di Luxor. Lì ci vivevano tutti i lavoratori che si occupavano della costruzione e della preparazione delle tombe dei Faraoni. E sapete che questo è l’unico villaggio vicino a una valle di Piramidi? Si perché il Faraone che lo fece costruire voleva che i suoi dipendenti fossero comodi e vicini: a soli 2 km a piedi. Eh si perché gli abitanti erano tutto al di fuori di schiavi: avevano il loro stipendio pagato con grano, le loro case e i loro giorni di permesso per malattia, paternità, riposo e pensate: avevano dei permessi anche per far pace con la propria moglie a seguito dei litigi familiari!!!
E subito nella stanza di fianco alla rappresentazione del villaggio si trova un’altra tomba esposta: quella di Kha, l’architetto del villaggio, e di sua moglie Merit. Ovviamente oltre ai sarcofagi nella loro tomba vennero ritrovate tantissime cose: vestiti, oggetti e addirittura il cibo! Qualsiasi cosa servisse loro nell’aldilà.
Il piano 0 del Museo Egizio: la Galleria dei Re e delle Divinità
La Dea Sekhmet
Si scende e… Si sale di grado. E infatti al piano 0 troviamo la galleria dei Re e delle Divinità. Il racconto inizia dalla Dea Sekhmet, la Potente, venerata per guerra, epidemia e guarigioni. E proprio per il primo motivo per cui veniva adorata era rappresentata da una donna con una testa da leone, simbolo di ferocia. E la leggenda narra che suo papà, il dio Ra, una volta passato nell’ aldilà era talmente inferocito contro i suoi nemici che decise di scatenargli contro la figlia. Ci fu però un problema perché Sekhmet, nonostante avesse già eliminato i cattivi, non placò poi la sua sete di sangue e continuò ad uccidere con lo scopo di eliminare tutto il genere umano. Così suo papà, dall’alto dei cieli, le fece un tranello. Tinse della birra con ocra rossa, in modo che sembrasse sangue, cosicché la figlia potesse ubriacarsi e addormentarsi. Ed è proprio così che accadde. E quando si risvegliò, dulcis in fundo, si trasformò in tutt’altra divinità, la dea Bastet, carica di luce.
Ramses II
Ma all’inizio non avevo detto che era anche la galleria dei Re? E infatti nella seconda sala, in mezzo ovviamente ad altri, c’è la statua di Ramses II il cui regno durò più di qualsiasi altro. Presente il monumento di Abu Simbel? Ecco l’ha fatto costruire lui. O il primo trattato di pace della storia? Egizi vs Ittiti proprio siglato tra le sue manine faraoniche. E poi, direi decisamente da guinness, ebbe circa 100 figli! Non con una moglie sola però, eh!
Che mondo quello degli egizi! E iniziare dalla visita del Museo Egizio mi ha fatto venir ancora più voglia di partire per andare alla scoperta di chissà quante altre cose direttamente sul posto. Perché ciò che vi ho raccontato qui credo sia un millesimo di ciò che ci sarebbe da dire su una storia e una cultura così vasta. Come ci sarebbe molto di più da dire sul Museo egizio: ma se vi racconto tutto poi non ci andate!!!