Kerala: il paese di Dio
Il Kerala è famoso per un sacco di cose: per la medicina ayurvedica, per il Kathakali, per le backwaters… Ed inoltre è soprannominato il paese di Dio, per la sua pace e tranquillità. Pronti per la scoperta di questo stato del Sud dell’India?
E dopo un mese di nord, tra Kolkata, Varanasi, Agra e chi più ne ha più ne metta, stanca di freddo e di delirio continuo, decido di prenotare un volo per Kochi e di iniziare da lì il mio giretto al sud. E così dagli 8 gradi di Delhi atterro diretta ai 35 del Kerala!
Il sole, il mare e le palme. Il cocco, i chioschi di gelato al posto di quelli del chai, i banchetti di frutta al posto di quelli dello street food. Gente in scooter con il casco, tuk tuk con il tassametro e zero immondizia. Più chiese che templi. Nessuna mucca per strada e le persone, tutte carine e sorridenti. Ma sono ancora in India?
Kerala, prima tappa: Kochi
Fort Kochi
E iniziamo così il giro del paese di Dio da Fort Kochi. E ovviamente il lungomare è stata la prima destinazione. Uh, sono in piazza Vasco da Gama, ma lui era portoghese, mica indiano! Eh si, perchè avete presente la missione iniziale di Cristoforo Colombo di raggiungere l’India? Beh, lui ha completamente sbagliato rotta ed è arrivato in America. Ma c’è chi invece la rotta delle spezie l’ha azzeccata. E Vasco da Gama è approdato proprio in Kerala.
Quindi si, proprio così, torniamo alla colonizzazione, diversa da quella inglese, ma comunque colonizzazione. E a Kochi non ci sono stati solo i portoghesi, ma anche gli olandesi. E quindi di fianco alle casette stile netherlands, ci sono anche gli azulejos! Ma nonostante queste sembianze europee, il centro di Fort Kochi, con tutti quei colori, è davvero piacevole da visitare.
E da visitare è molto interessante il Kathakali Center. Ma cos’è il Kathakali? E’ una delle forme espressive teatrali più famose e antiche dell’India. E a parola Kathakali letteralmente significa rappresentazione di storie, ed è effettivamente così: è una combinazione di cinque espressioni artistiche che insieme formano un racconto. Ma… Ve ne avevo parlato già qua, ricordate?
Mattancherry e Jet Town
Altri due quartieri a Fort Kochi in cui è piacevole passeggiare sono Mattancherry, in cui c’è un tempio Jain splendido, lo Shree Dharmanath Jain Temple, e Jet Town, l’ex quartiere ebraico in cui è presente anche una bellissima sinagoga, la Paradesi Synagogue. Ma poi stanchina di sentirmi in occidente, ho preso un trenino e sono andata all’Alleppey, la Venezia del Kerala.
Kerala, seconda tappa: Alleppey
Le backwaters
Il Kerala è famoso per le backwaters. Ma cosa sono le backwaters? Laghi e canali di acqua tra le città dello stato. Per questo Alleppey è soprannominata la Venezia dell’India perché qui, i canali, sono tantissimi!
E partecipare a un tour sulle barchette in giro per le backwaters è davvero emozionante. Lo scorrere lento, tra le acque, e tra la vita tranquilla degli abitanti del luogo, non solo è rilassante all’ennesima potenza ma, tra me e me, mi ha fatto pensare “Ma perché noi in occidente corriamo sempre? Per accumulare e accumulare dimenticandoci ciò che in realtà ha valore…”
E ora, ahimè, tasto dolente del sud, soprattutto nei luoghi in cui sono presenti lagune: le zanzare!!! Se fate come me che partite senza alcuno spray dall’Italia consiglio assolutamente di acquistare lì l’Odomos, che è una sorta di Autan che funziona. Ma al tempo di Alleppey non ne ero ancora a conoscenza e così, essendo il Kerala famoso per la medicina ayurvedica, decido di entrare in una farmacia naturale.
Pillole di Medicina Ayurvedica
Ma la medicina ayurvedica cos’è? No, non sono solo massaggi, anzi. Ma i massaggi sono la cosa che si può vendere più facilmente. “Vado in India per l’ayurveda”. E finisci in una seduta di massaggi quando in realtà stiamo parlando del più importante sistema di medicina tradizionale indiana…
Quando chiedi un consulto ad un medico ayurvedico, non è una visita al corpo e giusto due pastiglie e via: è tutto l’insieme che viene guardato. Dalla socialità, allo stile di vita, alle emozioni di quel momento alla vita passata. E poi si passa all’alimentazione, alla costituzione e alla cura. Ma alla diagnosi, tipo quella dei medici allopatici, come ci si arriva? Provo a spiegarvela in maniera molto semplificata.
Per la medicina ayurvedica noi siamo costituiti da 5 elementi: aria, acqua, terra, fuoco e etere. E la loro combinazione in noi dà vita a delle caratteristiche particolari che sono i dosha. Quindi un dosha è la combinazione di due o più elementi di cui noi siamo formati. Vi faccio alcuni esempi: c’è chi di noi ha più fuoco ma poca aria, o chi ha troppa terra rispetto al fuoco, o chi ha più aria ma non ha acqua. Quindi quando uno degli elementi è troppo predominante rispetto agli altri, si possono riscontrare problemi. E come si acquietano? Con l’alimentazione, l’esercizio fisico, lo yoga, la meditazione, la cucina ayurvedica (che, seppur con spezie, non ha nulla a che vedere con quella indiana), gli integratori naturali e infine, ma solo infine, con i massaggi. Lascio a voi le conclusioni…
Ma tornando alla mia esperienza con zanzare e con le farmacie ayurvediche, entro in una di queste e chiedo qualcosa che mi protegga dalle zanzare. E il medico mi da un balsamo muscolare. Io rispiego che è per le zanzare e lui mi dice: “Si si, spalmatelo addosso prima di andare a dormire.” Ok, torno in camera e apro il bugiardino: dolori muscolari, articolari, mestruali, ma anche rimedio per acne, bruciature e… Dopo puntura. Si, dopo puntura. Che faccio? Me lo spalmo? Ma si proviamo.
E dopo una nottata passata con temperatura corporea, secondo me, superiore ai 50 gradi, ci credete che mi sono alzata senza neanche una puntura di zanzara? E perché quindi mi sono arresa all’Odomos spray? Perché al sud ci sono troppi gradi per dormire cosparsa di balsamo riscaldante! E perchè, ahimè, le zanzare non ci sono mica solo di notte!
Ultima tappa: Trivandrum
E grattandomi quasi ogni parte del corpo, salgo su un treno: direzione Trivandrum!
Trivandrum è la capitale del Kerala. E essendo città ero davvero felice ed emozionata di tornare nel delirio! Anche se di mucche neanche l’ombra…
E il primo giorno l’ho proprio passato a vagare per le strade e per i mercati perché iniziavo a sentire la mancanza dell’India. Strano eh, dopo un mese al nord delirante, iniziavo già a non poterne più della tranquillità! Ma poi cosa c’è da vedere a Trivandrum? Una moschea rosa bellissima, la Beemapally Masjid, e il Sree Padmanabhaswamy Temple, in cui noi però non possiamo entrare. E poi Kovalam, una delle mete più turistiche del Kerala. Spiagge, palme, relax, shopping e ristoranti. E il turismo occidentale.
Quando visiti un paese, sei suo ospite. E quindi, a parer mio, devi portar rispetto per la sua cultura. E quella indiana non comprende pantaloncini, canotte, vestiti vedo non vedo e, ancor meno, costumi. Si, anche i costumi, perché gli indiani, il bagno, lo fanno vestiti. E d’accordo o non d’accordo, è la loro cultura e, per come la vedo io, non solo non si discute, ma si rispetta.
Ma cosa ho trovato in tutto il Kerala ma soprattutto a Kovalam? Europei svestiti e gente in spiaggia in costume. E un ragazzo indiano che mi ha detto una frase, ovviamente non rivolta a me che indossavo i miei soliti leggins e la mia kurta, vestito medio lungo con maniche a tre quarti, su cui ho ragionato moltissimo: “Se sei bianco, puoi fare quello che vuoi…”
Così, un pò infastidita da tutta questa presunzione europea, e con i leggins bagnati e pieni di salsedine, sono tornata in albergo. E il giorno dopo sono partita per la prima città di quello che poi sarebbe diventato il mio stato del cuore: il Tamil Nadu…