Il magico mondo dell’induismo
Che cos’è l’induismo? Una religione? Uno stile di vita? Un modo di affrontare la quotidianità in maniera completamente diversa dal resto del mondo? In realtà è tutto questo…
L’induismo è una delle più antiche religioni della terra, diffusa soprattutto in India. Oltre che essere un credo è anche un modo di vivere, un insieme di usanze che si sono accumulate nel corso dei secoli. Non esiste né un padre fondatore né tanto meno un’autorità centrale e la sua origine non la si può collocare in un preciso anno indietro nel tempo.
Il Dharma e il Karma
La vita di un induista è basata sulla ruota del Karma, il processo attraverso cui le buone e le cattive azioni determinano la qualità delle proprie vite, sia presenti che future. In pratica quando un’anima muore è destinata a reincarnarsi e la sua successiva condizione sociale dipenderà da come si è comportato nella vita precedente. La società indiana è divisa in caste e tutti devono eseguire gli ordini che la loro condizione gerarchica impone. Questi ordini si chiamano Dharma e sono doveri morali, sociali e religiosi che ciascun individuo deve seguire per il suo bene e per quello della comunità. La maggior aspirazione di un indiano è ovviamente quella di sfuggire a questo ciclo eterno di reincarnazioni, chiamato Samsara, e di riuscire a raggiungere l’illuminazione spirituale. Ma di questo punto ve ne parlerò meglio quando arriverò alla città più sacra dell’India, ovvero Varanasi…
Le caste indiane
Il sistema delle caste indiane è basato sulla suddivisione dei vari tipi di lavori. Esistono 4 caste principali, chiamate Varna, più infinite sottocaste fra loro, chiamate Jati. La casta più alta è quella dei Bramini, composta dai sacerdoti. La seconda è quella dei Kshatriya che sono i guerrieri e i governanti. La terza invece è quella dei Vaishya, che sono artigiani e mercanti, e infine c’è la casta degli Shudra, che sono gli operai che servono le prime tre caste.
Esiste inoltre una sottoclasse degli ultimi degli Shudra che è quella dei Dalit, ovvero gli intoccabili. Chiamati anche Paria, sono considerati impuri e tocca a loro fare i lavori più degradanti: pensate che alle caste più alte è vietato entrare in contatto con loro perché sono considerati fonte di impurità. Solo Gandhi, a seguito di una grande battaglia, sostituì il termine di intoccabili con quello di Harijan, ovvero creature di dio.
Ma non finisce qui perchè ci sono ancora i Sadhu, ovvero coloro che hanno rinunciato al sistema delle caste, ai beni materiali e al denaro per vivere in solitudine, in meditazione e alla ricerca dell’illuminazione.
Per fortuna il sistema delle caste è stato abolito, anche se purtroppo esistono ancora alcune discriminazioni, come ad esempio i matrimoni tra due diverse gerarchie che continuano a non essere ben visti. O come molti Bramini che continuano a sentirsi superiori rispetto a tutte le altre caste, considerando anche che il governo centrale permette solo a loro di ricoprire determinati ruoli lavorativi.
Le maggiori divinità dell’induismo
La Trimurti
Dire che nell’induismo ci sono tantissimi dei, è completamente sbagliato: è una religione monoteista. Ma ora, chi un pochino ne mastica, sicuramente dirà: “e perché allora ci sono un sacco di divinità?” Perché sono tutte manifestazioni del dio principale, ovvero Brahma. E il dio principale, con le sue due prime incarnazioni, forma la Trimurti: Brahma il creatore, Vishnu il conservatore dell’universo e Shiva il distruttore, ovvero colui che distrugge il mondo quando esso si presenta irrimediabilmente guasto. E avatar è la parola con cui nell’induismo si indicano tutte le manifestazioni di Vishnu e Shiva.
Le divinità femminili dell’induismo
Ma il modo migliore per rappresentare un dio è affiancargli una dea, una consorte, perchè la vita nasce laddove esistono coppie di opposti. La moglie di Brahma è Saraswati, dea dell’arte e della conoscenza. Lakshmi invece è la consorte di Vishnu ed è la dea dell’abbondanza e della prosperità. Infine se Shiva è colui che distrugge, Shakti è colei che da la vita e che combatte il male e può assumere diverse forme a seconda di quale aspetto naturale deve rappresentare: è conosciuta infatti anche come Parvati, che significa “appartenente al monte”, come Durga la dea guerriera, come Kali, la dea della distruzione e della morte, e con altre molte forme.
Altre divinità importanti
Molte divinità del pre induismo sono state assimilate dall’induismo come ad esempio il padre cielo, la madre terra, Agni il dio del fuoco, Surya il dio del sole, Varuna il dio dell’universo, Indra quello della pioggia, eccetera. Tra le divinità, quattordici di esse sono fiumi e il più importante e famoso è il Gange: il fiume più venerato al mondo.
Ma invece l’immagine dell’elefante che spesso si vede in giro per l’India chi è? E la scimmia arancione? E il dio blu? Sono Ganesh, Hanuman e Krishna, e ora ve li racconto…
Ganesh, Hanuman, Krishna e Rama
Ganesh, che è tra i miei preferiti, è il figlio di Shiva e Parvati. Ma Shiva e Parvati non erano animali quindi come mai ha la testa da elefante? Perché quando venne al mondo Parvati gli diede il compito di sorvegliare la porta del bagno mentre lei era all’interno. E Ganesh era così tanto diligente che non faceva entrare neanche suo padre. Ma un giorno Shiva, colto dall’ira, tagliò la testa del figlio. Quando poi però vide la disperazione di Parvati, ordinò ai suoi sottoposti di andar a prendere la testa del primo essere che avrebbero incontrato. E loro incontrarono un elefante! Ma cosa simboleggia Ganesh nell’Induismo? E’ il dio che rimuove gli ostacoli e del buon auspicio. E quando viene invocato? Prima di ogni nuovo passo: una casa, un lavoro, un matrimonio o un viaggio. E quest’ultimo è ovviamente il motivo per cui questo elefantino è sempre appeso al mio collo!
Il dio scimmia invece è Hanuman che nel Ramayana, uno dei poemi epici indiani più famosi, aiuta Rama, che è sia il protagonista del racconto ma anche uno degli avatar di Vishnu, a combattere il male. Ed è venerato perché simbolo di forza, devozione ed energia. E infine Krishna, il dio blu, su cui c’è già una pillola tutta sua: l’Holi Festival!
Ma non finisce qui! Perché le divinità induiste sono milioni e questa è solo un’introduzione al mondo indiano. Eh si perché se siete curiosi ci sono già altre pillole pubblicate qui: i matrimoni e gli abiti delle donne. Ma poi arriveranno anche i templi induisti, i luoghi che non ci si può proprio perdere in un viaggio in India e molto altro. Insomma, seguitemi e non vi perderete neanche una virgola della cultura e delle usanze, e soprattutto dei miei passi, attraverso il paese che amo più al mondo!