Se non fossi andata a Siviglia…
Se non fossi andata a Siviglia non avrei visto dal vivo uno spettacolo di flamenco, non mi sarei innamorata anche degli azulejos andalusi (dopo quelli portoghesi) e non avrei mangiato un quantitativo esagerato di tapas! Ma perché Siviglia?
Siviglia, la porta dell’India
Siviglia, la porta dell’India. Strano ma allo stesso tempo affascinante, vero? Beh, questa città una volta era considerata l’epicentro del commercio delle spezie. E proprio da Siviglia partì il primo giro del mondo, ovvero quello di Magellano, che voleva raggiungere le Indie navigando verso occidente e passando a sud del continente scoperto da Colombo.
Siviglia e l’influenza araba
Che c’entra l’influenza araba con Siviglia (e con tutta l’Andalusia)? Secoli fa, dopo Fenici, Cartaginesi e Romani arrivarono gli Arabi e la loro dominazione durò così tanti anni da lasciare il segno ancora oggi: lo stile moresco è ovunque a Siviglia come in altre città dell’Andalusia.
Ma non finisce qui perché gli Arabi poi vennero cacciati dai Re cattolici che però permisero ad alcuni di loro, specialmente artigiani, di rimanere lì. E così nacque l’arte mudejar: tecniche e tradizioni dell’epoca islamica mescolate a ciò che i cattolici imponevano. Ma nel frattempo anche i Re cattolici ovviamente facevano costruire quello che volevano loro e infatti chiese e cattedrali sono ovunque!
E quindi… Sapete qual è il più importante monumento dell’arte mudejar? Il Real Alcazar di Siviglia. E una delle chiese più grandi del mondo? La Cattedrale di Siviglia, in cui si trova anche la tomba di Cristoforo Colombo. E un esempio di mix tra cristiano e musulmano? La Giralda di Siviglia, nata come minareto e finita come campanile della Cattedrale. E quando le culture si mescolano, io rimango sempre sbalordita da ciò che viene fuori!
E poi? Basta così?
Ovviamente no! Poi c’è il Barrio Santa Cruz: antico quartiere ebraico, a due passi dalla Giralda e dalla Cattedrale, pieno di viuzze piccine, casette bianche con i cornicioni colorati (ma anche le casette colorate con i cornicioni altrettanto colorati!), un sacco di locali e scorci carinissimi che vi faranno rimanere a bocca aperta! Insomma, questo barrio vi farà scattare davvero tante foto!
Ma ne scatterete moltissime altre anche in Plaza de España: maestosa, bellissima e coloratissima. E anche molto difficile da raccontare con le parole. E nonostante sia molto giovincella in quanto è stata costruita per l’esposizione iberoamericana del 1929, è una delle piazze più famose della Spagna. Gli azulejos qui sono ovunque, specialmente sulle panchine che circondano la piazza: sapete che ognuna di loro rappresenta una provincia spagnola ed ognuna di loro e decorata con le mie piastrelline preferite?
E se come me siete amanti delle “piastrelline”, finirete la memoria del cellulare visitando la residenza che raccoglie la collezione più ampia di azulejos della città: Casa de Pilatos. E sempre a proposito di piastrelline, qui però anche di flamenco, Triana è la patria di entrambi perché è il quartiere popolare della città, in cui un tempo abitavano gitani e ceramisti.
Quindi che dire, cose da vedere a Siviglia ce ne sono davvero tante. E vi dirò di più, perchè come dicevo all’inizio se non fossi andata a Siviglia non mi sarei persa tra azulejos, flamenco e tapas. Ma non avrei neanche sbirciato nelle case: mi raccomando, quando passeggiate per le vie di Siviglia e trovate una porta aperta buttate sempre l’occhio perché le entrate dei palazzi sono stupendamente piene di azulejos! E poi non avrei mangiato in piedi in un locale mentre un cameriere scrive il conto con il gessetto sul bancone davanti a te (El Rinconcillo, andateci, è uno dei ristoranti più antichi della città) e… non avrei neanche visto Cordoba!!!
Video: Casa de Pilatos, Siviglia