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Chatwin, In Patagonia

23 Agosto 2019

Chatwin, In Patagonia

Chatwin, nel 1974, decise di partire per la Patagonia spinto da due motivi. Il primo era trovare un brontosauro, perché lui da bambino amava giocare con il lembo di pelle dell’animale che un suo cugino lontano aveva trovato. Il secondo, invece, perché la Patagonia era considerato l’unico luogo sicuro al riparo dalla Guerra Fredda, e, anche se poi Stalin morì, Chatwin decise comunque di partire. Il manoscritto, pubblicato poi nel 1977, è considerato “Il libro simbolo di tutti i viaggi” nonostante non tratti della descrizione dei luoghi attraversati, ma bensì della narrazione dei racconti di vita raccolti in Patagonia.

Che origini ha il nome “Patagonia”?

Quando Magellano nel 1520 stava per approdare a San Julian, lui e il suo equipaggio videro dalla nave un gigante che ballava nudo sulla spiaggia. Il gigante era un indio Tehuelche e Magellano disse “Ah!Patagon!” volendo significare “piede grande” per le dimensioni dei grandi mocassini. “Pata” infatti significa piede in spagnolo, ma “gon”? Si sospetta che Magellano avesse letto il romanzo sul Primaleòn: l’omonimo cavaliere che approda ad un’isola sperduta su cui viveva un mostro di nome Grand Patagon.

Dove si trova la Patagonia?

La Patagonia, terra che a me ha sempre dato quella sensazione di impossibile e irraggiungibile, è la parte meridionale del continente sudamericano ed è divisa tra Cile e Argentina. Questa vasta regione è delimitata a nord dal Rio Colorado e a sud dallo Stretto di Magellano.

Pillole di Patagonia

Il viaggio di Chatwin iniziò dalla Patagonia gallese. Già, il primo popolo che sbarcò in quella parte della Patagonia furono proprio i gallesi che, dopo esser riusciti a sopravvivere con l’aiuto dei Tehuelche, occuparono la parte sud della valle del Chubut. I primi 150 arrivarono nel 1865 a Puerto Madryn, città famosa per essere il punto di accesso alla Peninsula Valdès, e poi con il tempo si estesero anche a Trevelin e Gaiman, città che tutt’oggi hanno ancora molte caratteristiche e usanze di quel popolo.

E Chatwin percorse molte città della Patagonia. Passo per Esquel, città da dove parte la Trochita che è il treno turistico più famoso della Patagonia, arrivò a Rio Pico cercando una miniera e giunse fino a Paso Roballos, valico tra le Ande che unisce Cile e Argentina, definendolo il luogo della città d’oro per via del Lago Ghio e delle sue acque turchesi (lago situato nel Dipartimento del Lago Argentino in cui tra l’altro si trova anche il Perito Moreno).

Patagonia

La Terra del Fuoco

Ma Chatwin raggiunse anche la Terra del Fuoco, l’arcipelago situato all’estremità meridionale del Sudamerica, diviso da esso solo dallo Stretto di Magellano. Il suo capoluogo è la città di Ushuaia, chiamata anche “fine del mondo” in quanto è l’ultima città dell’emisfero australe. In realtà, però, il punto più meridionale di questa terra è Capo Horn, scoperto nel non lontano 1616.

Perché la Terra del Fuoco si chiama così? Perché quando vi giunse Magellano, gli indigeni sulla costa facevano bruciare centinaia di fuochi, ed è da qui che nacque il suo nome. Secondo un’altra versione invece, Magellano vide solo fumo e la chiamo Tierra del Humo, ma Carlo V disse che non poteva esserci fumo senza fuoco e allora cambiò il nome.

Ushuaia

E il lembo di pelle del brontosauro? Solo molti anni dopo Chatwin scoprì che non solo l’animale scovato da suo cugino non era un brontosauro, ma bensì un milodonte o un bradipo gigante, ma anche che lui trovò solo brandelli di pelle e di ossa conservati dal freddo in una caverna. Deludente? No, direi di no. A volte serve solo un pretesto o uno stimolo che ti porti a decidere di affrontare un viaggio così per poi ritrovarti in paesi nuovi e lontani a far scoperte ancora più belle.

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