I templi induisti
Il magico mondo dell’Induismo inizia tra le sue milioni di divinità per arrivare ai suoi bellissimi templi, differenti da nord a sud, e ai riti, ovvero alle puja, a cui si può partecipare al loro interno: siete pronti a scoprirli con me?
I templi induisti sono tantissimi e di diverse dimensioni: ci sono quelli del nord in stile nagara, quelli del sud in stile dravidico, quelli in pietra e addirittura quelli che se proprio non ci finisci dentro, non ti accorgi neanche della loro esistenza. Ma quali sono le regole da rispettare al loro interno?
I primi giorni in India avevo timore ad entrare in un tempio, perché non sapevo cosa fare e come comportarmi. Poi dopo un pò mi sono resa conto che l’unica regola da seguire era quella di togliere le scarpe fuori e seguire il flusso dentro. E così ho preso coraggio. Ma all’interno, all’inizio, non sapevo cosa fare: vedevo persone inginocchiarsi, preti che davano le benedizioni, gente che mangiava… Finchè poi, dopo un pò di tempo, le persone e i preti che mi vedevano spaesata hanno iniziato a coinvolgermi e a spiegarmi tutti i passi da compiere. E giorno dopo giorno, tempio dopo tempio, imparavo sempre di più.
I templi induisti: differenze da nord a sud
I templi induisti si differenziano principalmente in due diversi stili: il nagara che è lo stile del nord e il dravidico, quello del sud. E quali sono gli elementi principali di entrambi e perché sono diversi? I templi del sud sono circondati dai gopuram, ovvero le porte di entrata. E sono maestose, spesso colorate, e piene di sculture sulla loro superficie di tutte le divinità induiste. La parte più sacra, dove c’è la statua della divinità venerata in quel tempio, nel sud si trova al fondo della costruzione, e per raggiungerla bisogna attraversare il mandapa, un cortile circondato da colonne. Nel nord invece la parte sacra si trova al centro e non esistono i gopuram: una volta varcata la porta d’entrata ci si ritrova già dentro al tempio. E inoltre nel sud, nella maggior parte dei templi, dopo aver varcato il gopuram e di fianco al luogo in cui si trova la cappella centrale, c’è una vasca d’acqua, considerata sacra.
Ma in tutti i templi, sia al nord che al sud, davanti alla statua del dio principale, c’è sempre il suo veicolo, il suo protettore, ovvero il suo vahana. Ad esempio per Shiva è il toro Nandi e per Vishnu è l’uccello Garuda. E i vahana sono sempre posti all’esterno della parte sacra con lo sguardo rivolto verso quello della divinità principale.
Ogni tempio, come già accennavo sopra, è dedicato ad una divinità: Shiva o Vishnu o i loro avatar. E in alcuni templi induisti c’è anche il luogo sacro dedicato alla consorte del dio principale. O in alcuni luoghi, come ad esempio Madurai e Kanchipuram, ci sono templi dedicati alla divinità femminile, e in questi due entrambi casi a Parvati, la moglie di Shiva. Ma quali sono i riti che ogni induista compie una volta entrato al suo interno?
La puja
Un induista la mattina si sveglia, si fa la doccia e si avvia al tempio. Ogni giorno della settimana viene venerata una particolare divinità, che si differenzia tra nord e sud. Ma un fedele può scegliere in che tempio andare per ricevere la benedizione anche senza seguire la regola del giorno della settimana.
Intorno all’entrata dei templi induisti ci sono sempre bancarelle che vendono fiori e cibo per l’offerta al dio. E ovviamente il tipo di offerta che un induista fa non è mai la stessa: dipende da quanto può permettersi di spendere, dal clima, dalla stagione e dalle tradizioni dello stato di appartenenza.
Il rito
All’interno della parte più sacra si trova la statua del dio principale, adornata di fiori e gioielli. Ed è in quel luogo che il prete dà la sua benedizione. Il devoto gli pone la sua offerta e lui inizia il rito. Il fuoco è l’elemento principale di una puja, ovvero preghiera, induista: è il simbolo dell’energia divina. E il prete fa ruotare un vassoio, l’arati, su cui ci sono dei “lumini” accesi davanti alla statua, in senso orario e con la mano destra. Inizia dalla testa della divinità, poi prosegue con la parte centrale per arrivare alla parte più bassa. E nel frattempo recita i mantra, preghiere induiste in sanscrito o in tamil, tenendo una piccola campana con la mano sinistra, che fa suonare per tutto il rito.
A questo punto il prete avvicina l’arati al devoto che a sua volta avvicina le sue mani al fuoco benedetto e poi si tocca la testa: questo gesto simboleggia la purificazione e il contatto con il dio insieme al darshan, ovvero il contatto visivo che l’induista ha con la statua del dio.
Dopo questo passo, il prete versa nella mano destra del devoto l’acqua santa: lui ne beve una parte e la rimanente la versa sui capelli: questi gesti simboleggiano la benedizione dapprima solo interna e poi anche esterna.
Il Tilak
E la puja si conclude con l’applicazione del tilak, i simboli disegnati sulla fronte degli induisti. A volte vengono fatti dal prete e a volte dal devoto, l’importante è utilizzar sempre l’anulare della mano destra. Ma cosa significano questi simboli? E perché sono diversi? Dipende dalla divinità venerata in quel tempio. Ad esempio se il tempio è dedicato a Vishnu, il tilak sarà composto da due linee verticali bianche con al loro centro una linea verticale rossa, che rappresenta la sua consorte. Se invece il “protagonista” è Shiva, le linee bianche sono orizzontali e possono essere una o 3, e al di sotto di queste linee, esattamente al centro, punto in cui si trova il terzo occhio o sesto chakra, verrà disegnato un pallino rosso che simboleggia Parvati, ovvero la moglie di Shiva. E se il tempio è femminile? Soltanto il pallino rosso…
Finito il rito, il prete consegna al devoto un fiore e un pò di cibo che lui stesso ha donato alla divinità: il fiore viene messo tra i capelli come buon auspicio, ovviamente rito che riguarda solo le donne, e il cibo viene consumato o all’interno del tempio stesso oppure nella propria casa. Appena uscito dalla cappella centrale il devoto deve compiere intorno ad essa almeno un giro in senso orario. E prostrarsi davanti all’entrata del sancta sanctorum una volta terminato. E poi si va via? No, all’interno dei templi puoi rimanere quanto vuoi… anzi l’energia che si respira al loro interno è davvero meravigliosa…
Le puja, come le divinità, sono ovviamente tantissime. C’è la puja matrimoniale, quella per liberare l’anima di un caro defunto, quella dedicata al Gange… Ci vorrebbe un’enciclopedia sull’induismo per entrare nei dettagli e raccontarvi tutto per filo e per segno. E pensare che io all’inizio neanche entravo nei templi. E poi, passo dopo passo, giorno dopo giorno, son finita a passarci anche intere mattinate…